De Ponte: “Un altro episodio che mina la credibilità dell’Italia”
Roma, 31 agosto 2009 – “Oggi è l’ultimo giorno del mese e a questo punto dubitiamo fortemente che il nostro governo onori l’impegno preso durante il G8 di versare i 130 milioni di euro al Fondo Globale per la lotta all’Hiv, Tubercolosi e Malaria entro agosto. Un altro episodio di promessa non mantenuta che mette a dura prova la credibilità del nostro paese nel consesso internazionale”, dichiara Marco De Ponte, segretario generale di ActionAid.
In occasione del vertice del G8 de L’Aquila – ricorda ActionAid - il presidente del consiglio italiano promise che entro il mese di agosto l’Italia si sarebbe rimessa in pari nei versamenti al Fondo Globale ma già lo scorso 15 luglio, nel documento di programmazione economico-finanziaria (Dpef) approvato dal Consiglio dei Ministri, non v’era traccia di questo finanziamento, né sono pervenuti altri segnali a sostegno della promessa del primo ministro.
“L’Italia, nonostante sia stato il paese promotore del Fondo Globale al G8 di Genova nel 2001, adotta un atteggiamento discontinuo nei confronti di uno strumento che si è rivelato molto efficace e che sta salvando milioni di vite umane. Questo andamento altalenante riduce l’efficacia dell’azione contro le grandi pandemie. Per fermare il meccanismo di propagazione del virus dell’HIV-AIDS occorrono cure continue: i malati non possono certo permettersi un anno di sospensione dei trattamenti".
Roma, 10agosto 2009: «Siamo alla metà di agosto, ma ancora non v’è notizia sul versamento dei fondi dovuti dall’Italia al Fondo Globale per la lotta all’AIDS e altri gravi pandemie: Silvio Berlusconi manterrà la parola?», chiede oggi Marco De Ponte, segretario generale di ActionAid.
In occasione del vertice del G8 de L’Aquila il presidente del consiglio italiano ha dichiarato che entro il mese di agosto l’Italia si sarebbe rimessa in pari nei versamenti al Fondo Globale per la lotta all’AIDS, alla Tubercolosi e alla Malaria.
Ma nel documento di programmazione economico-finanziaria (Dpef) approvato dal Consiglio dei Ministri lo scorso 15 luglio, non v’è traccia di questo finanziamento, né sono pervenuti altri segnali che supportino la promessa del primo ministro.
«Il comportamento dell’Italia nei confronti del Fondo Globale, in passato, è stato a dir poco alterno – ricorda De Ponte – con conseguenze gravissime sul finanziamento di importanti progetti e dunque su milioni di malati».
L’Italia, guidata dal governo Berlusconi, promosse infatti l’istituzione del Fondo al G8 di Genova del 2001. Ma già nel 2004 e nel 2006 l’Italia mancò di pagare le quote dovute. Nel 2007 il governo di Romano Prodi pagò 410 milioni di euro con cui vennero saldati arretrati e anticipata la quota del 2008. Tornato in carica il governo Berlusconi, i versamenti si sono nuovamente interrotti.
«Questo andamento altalenante del nostro paese riduce l’efficacia dell’azione contro le grandi pandermie. Per fermare il meccanismo di propragazione del virus dell’HIV-AIDS – spiega De Ponte - occorrono cure continue: i malati non possono certo permettersi un anno di sospensione dei trattamenti».
Al fine di ricordare questo impegno, ActionAid ha dedicato una parte del sito www.actionaid.it al conto alla rovesciaverso la fine di agosto.
«Entro il 31 agosto l’Italia deve onorare il suo impegno e versare quanto dovuto al Global Found, nonché assicurare continuità nei versamenti per gli anni futuri – conclude De Ponte – ne va della sorte di milioni di persone malate ma anche della credibilità del nostro paese e del primo ministro».
Il Summit dell’8 - 10 luglio è la conclusione di un processo negoziale che si è svolto negli ultimi dodici mesi. Per quanti hanno seguito il percorso preparatorio, era evidente che il Summit correva il rischio di un fallimento clamoroso rispetto al compito che gli otto grandi sarebbero stati chiamati a affrontare: dare un segnale concreto del fatto che i Paesi più ricchi sono consapevoli del destino comune del mondo intero, che oggi deve affrontare le conseguenze di più crisi, ovvero quella finanziaria, alimentare e ambientale.
La crisi di credibilità del G8 è stata poi alimentata da cambiamenti profondi nel quadro degli equilibri internazionali, dove è evidente la presenza sempre più attiva dei Paesi emergenti, fra i quali grandi potenze come Brasile, Cina e India. Una crisi di credibilità che ha preso anche la forma di una competizione fra vertici e formati: G8 versus G20, e viceversa. In questo contesto, la presidenza italiana non sembrava avere l’autorevolezza necessaria per affrontare un compito difficile: il biglietto da visita era stato il taglio del 56% delle risorse per la lotta alla povertà del Ministero degli Affari Esteri, proprio all’inizio del 2009.
Dubbi sulle sorti del G8 non sono certo superati, ma il fiasco è stato evitato. In particolare, da questo Vertice escono importanti segnali su più fronti.
Il Vertice de L’Aquila ha lanciato un’iniziativa dedicata alla sicurezza alimentare. Si tratta di un risultato che è la conclusione di un percorso avviato a partire dall’appello lanciatodalla FAO nel giugno 2008 per iniziative urgenti per battere la crisi alimentare e invertire la tendenza di questi ultimi dodici mesi, nei quali più di 100 milioni di persone sono finite sotto la soglia della fame e della povertà. Questa iniziativa ha preso forma in una dichiarazione ad hoc, i contenuti della quale sono stati in discussione fino all’ultimo momento. L’iniziativa del Presidente Obama ha dato un impulso decisivo. La dichiarazione è stata firmata da tutte le delegazioni presenti al Vertice e non soltanto dagli otto.
La dichiarazione prevede che nei prossimi tre anni vengano spesi 20 miliardi di dollari in aiuti all’agricoltura, per la sicurezza alimentare e per uno sviluppo agricolo sostenibile. E’ un obiettivo insufficiente: la FAO stima che siano necessari 30 miliardi di dollari all’anno per assicurare a tutti il diritto al cibo; secondo Actionaid, i Paesi del G8 dovrebbero dare un contributo pari a 23 miliardi di dollari all’anno per raggiungere questo obiettivo, in base al loro peso economico. Si tratta di impegni alla portata dei bilanci dei grandi Paesi industrializzati, che negli ultimi mesi hanno investito decine di migliaia di miliardi in riposta alla crisi finanziaria.
Deve essere ugualmente riconosciuto che l’accordo raggiunto a l’Aquila in materia di sicurezza alimentare rimette al centro dell’agenda la questione degli investimenti del settore agricolo, che degli ultimi venti anni sono passati dal 17% del totale degli aiuti a circa il 3%.
Non mancano contraddizioni nella posizione concordata nel Vertice, come nel caso dell’indicazione del mercato come una leva fondamentale per affrontare la lotta alla fame e, al medesimo tempo, il riferimento giusto e opportuno al ruolo decisivo dei piccoli produttori, che sono un attore fondamentale poiché sono in prima linea nelle comunità che soffrono la fame. Non mancano dubbi anche sulla trasparenza di questi impegni, nel senso che dovremo monitorare quali risorse verranno effettivamente contabilizzate, e se quindi verranno effettivamente prese in considerazione solamente quelle destinate all’agricoltura, o non verranno invece contabilizzati anche gli aiuti alimentari di emergenza, che sono cosa giusta, ma diversa in termini di sviluppo agricolo. Non mancano quindi gli elementi di preoccupazione, ma rimangono anche gli elementi positivi, a partire dai quali si può continuare a lavorare nei prossimi mesi.
Sul fronte dei cambiamenti climatici, il G8 ha trovato un accordo per raggiungere una riduzione dell’80% delle emissioni entro il 2050, e sostenere una riduzione a livello globale del 50%. Questa articolazione di obiettivi ‑ quelli adottati dai Paesi G8 e quelli che devono essere condivisi con il resto della comunità internazionale ‑ riflette l’assenza di un accordo globale su risultati di lungo termine. In questo senso, è nota la posizione dei Paesi emergenti, che sostengono di non poter sottostare a condizioni che impediscono loro la crescita economica. Il Vertice nel suo complesso ha fallito completamente, sia a livello G8 sia del complesso dei Paesi presenti a L’Aquila, nell’identificare degli obiettivi intermedi, sui quali si è fatta sentire anche in questi giorni la voce delle organizzazioni non governative (una riduzione del 40% entro il 2020).
Sul fronte dei cambiamenti climatici, un elemento positivo è l’accordo globale raggiunto in merito alla soglia di incremento di 2 gradi centigradi rispetto ai livelli di pre‑industrializzazione, al fine di contenere il riscaldamento globale; da questo elemento si può ripartire per cercare di arrivare a un accordo alla conferenza sui cambiamenti climatici di Copenhagen, che si svolgerà a dicembre sotto l’egida delle Nazioni Unite. Totalmente insufficiente è il risultato del Vertice in materia di risorse necessarie per mitigare e combattere le implicazioni dei cambiamenti climatici, per i quali i documenti ufficiali si limitato a richiedere l’impegno della comunità internazionale senza fissare impegni precisi.
Il fronte degli aiuti all’Africa è fra quelli che hanno sollevato maggiori preoccupazioni poiché il Vertice si è limitato a ripetere gli impegni presi nel Summit del 2005, nel quale si concordava di portare le risorse per il continente africano a 50 miliardi di dollari l’anno entro il 2010. Le organizzazioni internazionali hanno messo in evidenza i ritardi rispetto a questo obiettivo (nel 2008 mancavano ancora 20 miliardi di dollari), ma dal Vertice non sono giunti segnali incoraggianti (ad esempio, piani completi dell’indicazione dei tempi di esborso). Il G8 ha, d’altro canto, lanciato un segnale positivo pubblicando rapporti di verifica su quanto è stato fatto in questi ultimi anni nel campo dell’alimentazione, dell’educazione, della salute e dell’acqua. Da questi documenti emerge con chiarezza il fatto che i diversi Paesi operano spesso con metodologie differenti e può essere difficile capire fino in fondo la portata delle iniziative annunciate e intraprese; il G8 è oggi un po’ più trasparente, un elemento che cercheremo di utilizzare nella nostra azione di sensibilizzazione e pressione.
L’Italia non ha dato, nei giorni del Vertice, i segnali necessari a rendere credibile la propria iniziativa. In particolare, è mancato l’annuncio del piano per riallineare la cooperazione italiana con gli obiettivi europei, per portare gli aiuti dall’attuale 0,22% della ricchezza nazionale allo 0,51% entro il 2010 e lo 0,7% entro il 2015. Sulla possibilità di questo piano si erano espressi positivamente sia il Ministro degli Esteri sia quello delle Finanze, ma è mancato un annuncio conclusivo da parte del capo del governo. Il Presidente del Consiglio ha invece preso un solenne impegno nella conferenza stampa del 9 luglio in merito al versamento della quota per il 2009 al Fondo globale per la lotta all’HIV Tubercolosi e malaria: 130 milioni di euro entro “la fine del mese”. Manca all’appello ancora un chiarimento su quale sarà la parte italiana dei 20 miliardi di dollari per l’agricoltura; ci sono dichiarazioni che attribuiscono al nostro Paese un impegno di 450 milioni di dollari, ma non è ancora chiaro se si tratti di risorse nuove, che potranno almeno compensare i tagli introdotti con la finanziaria per quest’anno.
Evitato il fiasco, il G8 ha appena tracciato una strada che andrà percorsa con impegni a livello nazionale e in occasione dei prossimi forum internazionali, a partire dal vertice G20 settembre a Pittsburgh.
Il documento di programmazione economico-finanziaria (Dpef) approvato ieri dal Consiglio dei Ministri è incoerente con quanto dichiarato dal Presidente del Consiglio in occasione del G8.
“Se i contenuti del DPEF restano quelli presentati, l'Italia non avrà previsto risorse per onorare appieno gli impegni internazionali per la lotta alla povertà ", dichiara Marco De Ponte, segretario generale di ActionAid "Ciò è particolarmente grave e stride con gli impegni presi e le dichiarazioni fatte pochi giorni fa dal presidente Berlusconi alla riunione del G8”.
In quella sede, infatti, il Presidente del Consiglio ha riconosciuto la necessità e la volontà dell'Italia di tornare a fare la propria parte in tema di cooperazione con i Paesi in via di sviluppo.
"Ma di questa volontà nel documento approvato ieri non vi è traccia. E' come se il DPEF fosse stato scritto senza tenere minimamente conto di dichiarazioni rilasciate da Berlusconi solo una settimana fa".
ActionAid chiede che il governo chiarisca al più presto quale sarà il contributo italiano all’Aquila Food Initiative, importante strumento per la lotta alla fame nel mondo approvato all’ultima riunione del G8, e in che modo e dove le risorse finanziarie verranno trovate.
"Tra la riduzione del 56% dei fondi destinati alla cooperazione decisa nella scorsa legge Finanziaria e la mancanza di impegni nel DPEF vi sono state importanti dichiarazioni di Berlusconi", conclude De Ponte. "E' necessario dunque che l'Italia cambi decisamente rotta e prenda impegni concreti e chiari: ne va della lotta alla povertà nel mondo ma anche della credibilità stessa del presidente del Consiglio".
Atteso annuncio di 5 miliardi di $ all’anno per tre anni. (15 miliardi $)
Hanno annunciato lo stanziamento in questa settimana di 13,45 miliardi di $ per la crisi alimentare. Questa cifra sono gonfiate – almeno 1,35 miliardi di questo ammontare sono prestiti. Circa 1,5 miliardi di $ sono finanziamenti della Commissione Europea. ActionAid stima che il massimo speso davvero dal G8 per la crisi alimentare sia di 10 miliardi di $.
5/10
E’ un passo nella giusta direzione ma si potrebbe fare di più.
Il finanziamento dei Paesi G8 deve raggiungere 23 miliardi di $ entro il 2012.
FAME
Annuncio sulla fame.
Dichiarazione ad hoc condivisa sulla fame.
Contenuti di sostanza sulla fame nel comunicato finale G8.
8/10
Buon lavoro ma è necessaria maggiore attenzione ai dettagli.
La lotta alla fame sia messa tra le priorità dell’agenda politica.
BIOCARBURANTI
Nell’Accountability Report figurano 229 milioni di dollari in sussidi ai biocarburanti, contabilizzati come per la sicurezza alimentare mentre parte di questi soldi non vanno nemmeno ai Paesi in via di sviluppo.
Il joint statement (dichiarazione condivisa) afferma che la produzione di biocarburanti non deve compromettere la sicurezza alimentare.
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Fallimento
"in classe non ascolta mai"
Stop ai sussidi e ai target (di produzione)
LAND GRABBING (Appropriazione indebita della terra)
Il comunicato G8 ha auspicato una proposta condivisa su principi e buone pratiche.
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Risultati molto modesti
Creare un codice di condotta vincolante
DONNE
I pronunciamenti ufficiali menzionano le donne e altri piccoli proprietari agricoli.
L’Accountability Report non dà informazioni su quanto denaro è stato speso finora per questi gruppi.
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Il G8 impara lentamente. In teoria è consapevole, ma stenta a mettere in pratica.
Indirizzare i finanziamenti verso le necessità dei piccoli produttori, soprattutto donne.
COMMERCIO
Il Comunicato G8 e il Joint statement (dichiarazione condivisa) chiedono entrambi una conclusione ambiziosa e completa del Doha Round
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Fallimento
"continua a comportarsi male"
Arrestare l’imposizione della liberalizzazione commerciale.
CLIMA
Il tetto dei 2° Celsius è stato menzionato.
Non sono stati forniti dati sulla riduzione delle emissioni entro il 2020.
Non ci sono risorse aggiuntive per l’adattamento o per una crescita a ridotto contenuto di carbone. Nell’accountability report alcuni donatori contano ogni centesimo speso per il clima come se fosse speso per il cibo, anche se questi soldi non sono stati ancora effettivamente erogati e nemmeno in agricoltura.
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Ma ascoltate mai?
Registrare dei progressi verso un ambizioso accordo.
"Il vertice de L’Aquila si chiude con un solo impegno certo da parte dell’Italia: colmare il buco di 130 milioni di euro verso il Fondo Globale per l’Hiv, Tubercolosi e Malaria entro un mese," commenta Luca De Fraia, portavoce di ActionAid al G8, che aggiunge: "rimane del tutto incerto il contributo che l’Italia potrà dare all’iniziativa internazionale appena annunciata a favore della sicurezza alimentare mondiale, ovvero 20 miliardi di dollari in tre anni. Ma quale sarà il reale contributo del nostro paese? E le risorse stanziate saranno nuove o verranno sottratte ad altre iniziative?" Queste le domande che solleva il portavoce di ActionAid.
"Il presidente Berlusconi si è assunto di fronte alla comunità internazionale un impegno a recuperare il ritardo in materia di aiuto pubblico allo sviluppo ", prosegue De Fraia, "ma l’Italia deve chiarire subito quale sarà il contributo italiano all’Aquila Food Security Initiative e in che modo le risorse finanziarie verranno trovate perché - alla luce della riduzione dei fondi della cooperazione, nella scorsa legge Finanziaria, a circa 300 milioni di euro all’anno - si rischia la cannibalizzazione delle iniziative per la lotta alla povertà: per finanziarne una, si lasciano indietro le altre."
L’annuncio di un nuovo impegno finanziario del G8 per la sicurezza alimentare – spiega ActionAid - è un segnale di un’assunzione di responsabilità verso il miliardo di persone che soffre quotidianamente la fame, ma è ancora largamente insufficiente, soprattutto quando esso viene messo in atto una tantum e non con cadenza annuale. Sono necessari 23 miliardi di dollari annui da parte dell’insieme dei paesi del G8 per affrontare in maniera seria e duratura il problema della fame nel mondo.
"Rispetto al monitoraggio dell’attuazione degli impegni presi dai paesi del G8 in materia di sicurezza alimentare, i G8 dichiarano di aver investito, tra il 2008 e il 2009, 13,45 miliardi di dollari nella risposta alla crisi alimentare. ActionAid sostiene che tale cifra debba in realtà essere decurtata di parte degli investimenti dell’Unione Europea in materia di sicurezza alimentare, nonché dei prestiti su base concessionale. Inoltre", conclude De Fraia, "non è chiaro quanti di questi fondi siano effettivamente risorse fresche".
Il Comunicato di ActionAid International sui risultati del Summit G8 2009
G8 Class of 2009: Hunger Report July 10 2009
Spokesperson: Otive Igbuzor, Head of ActionAid’s HungerFREE campaign
“The G8’s announcement of $20bn over three years is a welcome step in the right direction to get food on the table for the one billion hungry but it’s not enough to feed them all.”
“Aid for food must reach at least $23bn a year (by 2012) to reach the MDG goal of halving hunger by 2015. This takes the G8 much closer over the next few years but there is still a way to go.”
“The sums just aren’t adding up. Is this all really new money? Given the G8’s record on delivery, this is still very much a work in progress. So far they have been counting not just apples and oranges but more like apples, oranges, cauliflowers and beets".
“I contenuti della dichiarazione sullo sviluppo e sull’Africa sono gli stessi che abbiamo già sentito a Gleneagles e nei precedenti vertici. E mentre i leader ci fanno vivere un deja vu, nel frattempo la situazione globale è nettamente peggiorata. Le persone che soffrono la fame sono più di un miliardo, l’Africa continua a restare un continente alla deriva. Ma ciò che scandalizza è che questo testo ignora una crisi finanziaria senza precedenti che ha gravissime ripercussioni sui paesi più poveri. Il G8 deve essere concreto e credibile: questo mi pare oltretutto doveroso nei confronti della popolazione abruzzese che fino ad oggi, come i Paesi del Sud del mondo, ha ricevuto solo solidarietà e rassicurazioni a basso costo”. Questo il commento rilasciato da Sergio Marelli, portavoce della Coalizione Italiana Contro la Povertà, a conclusione della prima giornata del G8.
“Gli obiettivi previsti nella dichiarazione odierna sul clima – riduzione dell’ 80% entro il 2050 dei gas serra da parte dei paesi industrializzati – sono importanti ma insufficienti per affrontare e contenere entro i 2 gradi centigradi l’aumento della temperatura, perchè privi di ogni obiettivo di medio termine che consenta un monitoraggio dei progressi che si compiranno – come la riduzione del 30-40% entro il 2020. Così Laura Ciacci, portavoce della Coalizione Italiana Contro la Povertà, commenta la dichiarazione odierna sul clima resa dal G8.
Leggi i comunicati stampa della GCAP internazionale sulla dichiarazione dei leader del G8:
- sulle risposte ai cambiamenti climatici - sulle risposte alla crisi globale e alla povertà Altre informazioni disponibili al sito di GCAP internazionale: www.whiteband.org
Il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi ha consegnato agli altri leader del G8 l’appunto che la Coalizione Italiana Contro la Povertà ha sottoposto al Premier nel corso dell’incontro tenutosi a Palazzo Chigi il 2 luglio scorso.
Il documento contiene le critiche e le proposte avanzate dalla società civile italiana per promuovere soluzioni urgenti alla crisi globale, alla povertà, ai cambiamenti climatici.
“Per la Coalizione questo è un importante traguardo raggiunto, la pressione esercitata sul Governo ha funzionato. Ora il documento è nella mani di chi ha la possibilità di tradurre le nostre proposte in scelte politiche efficaci. Se ciò non accadesse, sarebbe un ulteriore motivo per sancire l’inefficacia e l’inutilità di vertici come questo”. Questo il commento rilasciato da Laura Ciacci e Sergio Marelli, portavoce della Coalizione Italiana Contro la Povertà.
Nel giorno in cui Berlusconi riconosce i ritardi dell’Italia sugli stanziamenti per lo sviluppo e si impegna per un riallineamento, è preoccupante che il Ministro degli Esteri sorvoli sull’impegno fissato per il 2010 - che richiede invece interventi immediati - rinviando direttamente al 2015. ActionAid torna dunque a chiedere al Presidente del Consiglio di garantire personalmente sul raggiungimento del target del 0.51% APS/PIL entro il 2010, così come da impegni presi in sede europea e G8.
Preoccupazione sollevano anche le parole del Ministro riguardo la sinergia pubblico-privato: gli impegni presi dai singoli stati in sede internazionale, sono e devono rimanere vincolanti per le istituzioni nazionali. Il ruolo del finanziamento privato è fondamentale ma non può essere assolutamente confuso con quello pubblico.
RAI NEWS 24 ha intervistato Luca De Fraia, Segretario Generale aggiunto di ActionAid Italia, sulle dichiarazioni dei leader del G8 riguardo alla crisi alimentare e all'Africa contenute nel documento conclusivo della prima giornata del Summit.
Daniele Scaglione, responsabile del dipartimento Campagne e Comunicazione di ActionAid Italia, è stato intervistato da RAI NEWS 24 per presentare l'inchiesta sullo spostamento della sede del G8 di quest'anno da La Maddalena a L'Aquila, dal titolo "Le crepe nel G8".
Il video-inchiesta si propone di scoprire quali sono i reali benefici di questo spostamento per gli abruzzesi colpiti dal terremoto e quanto trasparente è stato il processo che ha portato ad esso.
E' disponibile sul sito ufficiale del G8 2009 la dichiarazione degli otto leader sull'economia globale, i cambiamenti climatici, lo sviluppo e l'Africa, dal titolo "Responsible leadership for a sustainable future".
Il documento può essere scaricato al seguente link:
De Fraia: “Per far fronte ai pur minimi impegni del G8 è necessario che il nostro paese adotti subito un piano di spesa per tornare in carreggiata” Coppito, 8 luglio 2009
“La prima giornata di vertice non ha fatto registrare nessun progresso rispetto agli impegni presi in passato ma rappresenta comunque per l’Italia un’importante sfida per il futuro, visto il basso livello d’investimento del nostro paese nella lotta alla povertà. Ci aspettiamo perciò che Berlusconi annunci entro venerdì un piano di riallineamento dell’impegno Italiano nella lotta alla povertà, che consenta all’Italia di tornare in carreggiata rispetto all’’Europa”. Questo il commento di Luca De Fraia, segretario generale aggiunto di ActionAid, all’apertura alla prima dichiarazione ufficiale del Vertice di L’Aquila.
“Per quest’anno”, prosegue De Fraia, “le previsioni ci dicono che il nostro Paese arriverà solamente a quota 0,16% dell’APS/PIL, alla luce del taglio di oltre il 56% dei fondi della cooperazione allo sviluppo. In questi giorni si sono susseguite dichiarazioni dei Ministri Frattini e Tremonti in merito al fatto che il nostro paese si accingerebbe ad avviare un piano di riallineamento rispetto agli obiettivi europei: lo 0,51% dell’APS/PIL entro il 2010 e lo 0,7% dell’APS/PIL entro il 2015. Particolare attenzione poi solleviamo rispetto al Fondo Globale per l’Hiv, Tubercolosi e Malaria, che attende ancora il pagamento della quota italiana per l’anno in corso, ovvero 130 milioni di dollari, più volte annunciato ma ancora non attuato”.
“Ci attendiamo dunque”, conclude De Fraia, “che il presidente del consiglio Berlusconi annunci subito e poi in fase di definizione della legge finanziaria, il piano di riallineamento che definisca chiaramente il contributo del nostro paese per la lotta alla povertà”.
De Fraia: "Dal G8 correttezza e trasparenza sui fondi per la sicurezza alimentare" Coppito, 8 luglio 2009
"Condividiamo le speranze del presedente Berlusconi riportate dai media a seguito della conferenza stampa di ieri che il vertice italiano si possa concludere con l’adozione di una significativa iniziativa sul tema della sicurezza alimentare globale. Richiediamo però da parte dei membri del G8 un esercizio di correttezza e trasparenza affinché vengano contabilizzate come contributo alla cosiddetta "Aquila food security initiative" quelle risorse pubbliche effettivamente destinate alla lotta alla povertà". Questa la dichiarazione Luca De Fraia, segretario generale aggiunto di ActionAid, all’apertura dei lavori del G8 di L’Aquila.
"Se guardiamo all’andamento della crescita della povertà dell’ultimo anno, possiamo stimare che nei soli tre giorni del vertice, più di mezzo milione di persone si aggiungeranno a quelle che già soffrono di fame cronica. Riteniamo quindi che l’impegno economico di 15 miliardi di dollari annunciati dal presidente Berlusconi, sia largamente insufficiente per dare una risposta concreta al problema della crescita esponenziale della fame", prosegue De Fraia.
Actionaid ritiene che per far fronte in maniera efficace alle necessità in materia di sicurezza alimentare a livello globale sia invece necessario un investimento annuo pari a 23 miliardi di dollari da parte dei paesi del G8 entro il 2012. Solo in questo modo si darebbe una risposta reale al fabbisogno stimato dalle Nazioni Unite di 30 miliardi di dollari e al quale oggi i Paesi ricchi hanno risposto solo con un’erogazione pari al 10% di tale somma. Secondo le stime di ActionAid inoltre, l’Italia è all’ultimo posto tra i paesi del G8 nella lotta alla fame: attualmente spende 220 milioni mentre dovrebbe arrivare a quota 1, 59 miliardi entro il 2012.
"Ci appelliamo al richiamo del presidente Berlusconi ai "valori dell’etica, della moralità e della trasparenza", affinché si metta la parola fine allo scandalo della fame nel mondo e delle promesse non mantenute", conclude De Fraia.
ActionAid svela le crepe nel G8 italiano. Lo spostamento del G8 all'Aquila porterà benefici agli abruzzesi colpiti dal terremoto? L'inchiesta di ActionAid racconta una situazione incerta dal punto di vista della trasparenza e dell'efficacia.
Stamattina a Piazza del Popolo una trentina di attivisti di GCAP si sono riuniti per un azione dimostrativa pacifica per richiedere ai leaders del G8 di rispettare gli impegni presi in precedenza. Durante la manifestazione gli attivisti hanno giocato con delle piscine gonfiabili che riportavano la caricatura del primo ministro Berlusconi "sotto torchio" o la foto-caricatura di gruppo dei grandi della terra riuniti insieme. Le immaggini sono riprese dalla campagna di Gcap 'Press the 8'.
In vista del Vertice G8 di quest’anno, ActionAid ha pubblicato un rapporto sulla sicurezza alimentare globale e sul diritto al cibo. Le 7 raccomandazioni contenute nel documento e rivlte ai leader del G8, indicano le misure necessarie per far fronte in modo concreto alla crisi alimentare:
1. aumentare le risorse all' agricoltura su piccola scala
2. espandere i meccanismi di protezione sociale
3. ricostituire le riserve alimentari
4. affrontare la sfida del cambiamento climatico
5. cambiare le regole commerciali in agricoltura: stop alla liberalizzazione forzata
6. biocarburanti: una falsa soluzione
7. porre fine alla pratica del land grabbing.
In particolare ActionAid ha calcolato che per combattere l’insicurezza alimentare globale, l’aiuto pubblico all’agricoltura dei Paesi del G8 dovrà raggiungere almeno la cifra di 23 miliardi di dollari l’anno entro il 2012, come parte dei 30 miliardi l’anno che la FAO ritiene il minimo indispensabile per rilanciare l’agricoltura a livello globale e sconfiggere la fame. Tale target è calcolato in base al peso economico (PIL) dei paesi del G8 e potrà realizzarsi solamente attraverso lo stanziamento del 0,7% del PIL in aiuto pubblico allo sviluppo entro il 2012.
Edoardo Bennato, Paola Turci, Marina Rei, Cisco, Bandabardò, PFM, Beppe Carletti dei Nomadi, Paolo Belli, Marco della MarcosBand, Caparezza, Shantel-Smoke e Mandarino. Questi gli artisti che hanno lanciato attraverso un video il loro messaggio ai leader del G8 perché agiscano subito contro la povertà. Il video, prodotto dalla GCAP e dalla Campagna delle Nazioni Unite per gli Obiettivi del Millennio, è stato girato al del 1° maggio nel quadro della campagna Press the 8, che a pochi giorni dal Summit dell’Aquila conta migliaia di consensi ed adesioni. Autentico simbolo e protagonista della campagna, è il pressOTTOmetro, lo strumento che permette di pressare, schiacciando un pulsante, i leader e ricordare loro gli impegni presi contro la povertà.
De Fraia: “il G8 deve investire 23 miliardi di dollari l’anno per non perdere credibilità
“I leader del G8 che tra poche ore si riuniranno a L’Aquila, hanno un’unica possibilità per contribuire a fermare la spirale della fame che cresce inesorabile di giorno in giorno: investire 23 miliardi di dollari l’anno in aiuto pubblico per il settore agricolo su piccola scala. Tale cifra è parte dei 30 miliardi l’anno che la FAO ritiene il minimo indispensabile per rilanciare l’agricoltura a livello globale e sconfiggere la fame”. Questo l’appello di Luca De Fraia, segretario generale aggiunto di ActionAid, alla vigilia del Vertice dei capi di stato del G8.
In occasione del G8, l’organizzazione internazionale ha realizzato un’analisi che quantifica e cadenza il contributo che i Paesi del G8 dovranno dare annualmente, da qui al 2012, per mantenere l’impegno preso lo scorso anno contro la crisi alimentare globale. Secondo le stime di ActionAid, l’Italia è all’ultimo posto tra i paesi del G8 nella lotta alla fame: attualmente spende 220 milioni mentre dovrebbe arrivare a quota 1, 59 miliardi entro il 2012. Tale target è calcolato in base al peso economico (PIL) dei paesi del G8 e potrà realizzarsi solamente attraverso lo stanziamento del 0,7% del PIL in aiuto pubblico allo sviluppo entro il 2012.
“Lo scorso luglio, nel bel mezzo di una crisi alimentare globale, durante il vertice in Giappone i capi di stato del G8 hanno adottato una dichiarazione di intenti sulla sicurezza alimentare globale. Sono circa 3 i miliardi di dollari erogati finora dai paesi del G8 rispetto ai 10 che si impegnati a stanziare in aiuti alimentari, protezione sociale e aiuti all’agricoltura. Nel corso di un solo anno, 100 milioni di persone in più sono scese sotto la soglia di povertà. Il vertice della prossima settimana è dunque l’ultima occasione che ha G8 per riguadagnare credibilità agli occhi dell’opinione pubblica internazionale, stanca di ascoltare promesse che non vengono mantenute”.
De Fraia: “Il primo ministro si impegni a ottenere i finanziamenti necessari per la lotta alla fame”
Nell’intervista rilasciata a Bob Geldof e pubblicata stamattina su La Stampa, Berlusconi ha ammesso il ritardo da parte dell’Italia nel finanziare la lotta alla povertà. “I tanti motivi di questi ritardi, a leggere l’intervista, sembrano tutti indipendenti dalla volontà del primo ministro – ha dichiarato Luca De Fraia, segretario generale aggiunto di ActionAid - Ma un capo di governo non deve scaricare altrove la responsabilità di mancanze che mettono a rischio la lotta alla povertà nel mondo nonchè la credibilità del suo Paese e la sua personale”.
Nell’intervista il governo italiano si è impegnato a rispettare l’obiettivo di raggiungere entro il 2010 lo 0,33% del PIL nell’aiuto pubblico allo sviluppo, per arrivare poi allo 0,51% nel 2015. “Che credibilità hanno queste dichiarazioni, nel momento in cui nell’ultima finanziaria l’Italia ha dimezzato l’aiuto pubblico allo sviluppo? – continua De Fraia - Già in passato, più volte, Berlusconi ha dichiarato che in pochi anni avrebbe portato la quota italiana degli aiuti allo sviluppo all’1%. Non può permettersi altre dichiarazioni destinate a cadere nel vuoto”.
“Menzionando le sue iniziative private in favore di un orfanotrofio in Thailandia e un ospedale in Brasile, Berlusconi ha confermato il suo impegno personale nella lotta alla povertà. Ma – commenta De Fraia – in quanto capo del governo il suo primo impegno dev’essere quello di rimettere l’Italia in carreggiata rispetto agli impegni assunti in sede internazionale”.
“Inoltre - conclude De Fraia – in quanto presidente di turno è responsabilità di Berlusconi che il G8 assuma iniziative concrete nella lotta alla povertà, a partire dal garantire il diritto al cibo. La FAO ha dichiarato che, per far fronte alla crisi che ha portato il numero di affamati nettamente oltre il miliardo, occorrono 30 miliardi di dollari l’anno. In quanto grandi potenze i G8 devono arrivare a versare, entro il 2012, almeno 23 miliardi l’anno: la credibilità personale di Berlusconi si misurerà sull’ottenimento e l’implementazione di questo risultato”.
ActionAid è un'organizzazione internazionale indipendente impegnata nella lotta contro la povertà e le cause dell'esclusione sociale. Nata nel 1972 opera in oltre 40 paesi del mondo raggiungendo oltre 13 milioni di persone che vivono in condizioni di povertà ed emarginazione.