domenica 19 aprile 2009

G8 AGRICOLTURA: ACTIONAID, UN NUOVO MODELLO DI SVILUPPO AGRICOLO PER FERMARE LA SPIRALE DELLA FAME

“Le più recenti stime della FAO e della Banca Mondiale confermano che sono ormai oltre 1 miliardo le persone che soffrono la fame. Ciò significa che negli ultimi due anni, la crisi globale, economica e alimentare, ha spinto oltre 80 milioni di persone al di sotto della soglia dell’estrema povertà. Il G8 non può più sottrarsi alle proprie responsabilità nel garantire la sicurezza alimentare globale”. Questa la denuncia di Marco De Ponte, segretario generale di ActionAid, alla vigilia dell’incontro dei Ministri dell’Agricoltura del G8 a Cison di Valmarino.

La fame – spiega ActionAid - rimane purtroppo una questione marginale nei programmi politici dei governi e gli aiuti all’agricoltura hanno subito una drastica riduzione. Negli ultimi 25 anni infatti, i fondi per gli aiuti all’agricoltura sono diminuiti dell’85% per i donatori multilaterali e del 40% per i donatori bilaterali. A livello globale, gli aiuti ai paesi in via di sviluppo hanno subito forti tagli negli ultimi 20 anni, dagli 8 miliardi di dollari nel 1984 ai 3,4 nel 2004. Nella prima metà del 2008, con l’aggravarsi della crisi alimentare, è sembrato destarsi un rinnovato interesse per le questioni legate allo sviluppo agricolo. Tuttavia, se escludiamo il profondersi di dichiarazioni ufficiali, questo interesse non si è ancora tradotto in azioni concrete degne di nota.

“E’ tempo di riconoscere che il modello agricolo orientato all’esportazione, basato sulla liberalizzazione e gestito dai proprietari terrieri, di piantagioni e dalle grosse società del settore agricolo e alimentare, è stato un fallimento. È sì necessaria una nuova ondata di investimenti, ma questi devono essere di natura diversa. È oltremodo urgente elaborare un nuovo modello di sviluppo agricolo”, conclude De Ponte.

Secondo ActionAid, i Ministri riuniti a Cison di Valmarino devono impegnarsi per:

porre fine all’imposizione di regole commerciali, condizionalità di politica economica e speculazioni finanziarie che ostacolano i governi dei paesi in via di sviluppo nello sforzo di sostenere il settore agricolo e in particolare i piccoli agricoltori.

• far aumentare progressivamente gli aiuti all’agricoltura e la produzione alimentare entro il 2012 stanziando almeno 21 miliardi di dollari dei 30 ritenuti dalla FAO indispensabili per rimettere in moto l’agricoltura dei paesi in via di sviluppo.

spostare gli investimenti in ricerca e sviluppo dagli OGM a tecniche agricole ecosostenibili, in particolare quelle che vedranno aumentare la produzione alimentare dei piccoli agricoltori nei paesi in via di sviluppo.

abolire gli aiuti alimentari e sostituirli con donazioni multilaterali o bilaterali in denaro per acquistare cibo a livello regionale o locale, massimizzando l’efficienza dell’utilizzo delle scarse risorse e sostenendo lo sviluppo dei mercati regionali e locali.

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