martedì 24 giugno 2008

Un pò di storia per cominciare

G8... di cosa stiamo parlando?
Dal 1975, i capi di stato o di governo dei paesi più industrializzati del mondo si incontrano annualmente per occuparsi delle maggiori problematiche economiche, sociali e politiche globali. Al primo Summit tenutosi a Rambouillet in Francia parteciparono Francia, Stati Uniti, Gran Bretagna, Germania, Giappone e Italia. Un anno dopo al Vertice di San Juan di Porto Rico si unì il Canada e l’anno seguente a Londra la Comunità Europea. Nel 1994 anche la Russia è stata invitata al tavolo delle discussioni e, dal 1998, con la sua piena partecipazione è nato il G8 che conosciamo, al quale partecipa anche il Presidente della Commissione europea. Nei mesi precedenti al vertice, i rappresentanti di alcuni Dicasteri chiave (come i Ministri degli Esteri, dell’Economia, del Lavoro) degli otto paesi si incontrano per approfondire tematiche specifiche, preparare analisi e posizionamenti sulle problematiche più significative. I risultati raggiunti a ogni Summit, dopo negoziazioni e discussioni, sono sintetizzate in Dichiarazioni finali, che vengono rese pubbliche. La Presidenza del G8 è assunta dai paesi membri a rotazione e dura un anno: al paese che presiede spetta il compito di organizzare e ospitare gli incontri preparatori e il Summit.

Finalità
Il G8 non è un’organizzazione internazionale, non esistendo alcun trattato istitutivo che ne disciplini la struttura, le modalità di riunione, i fini e gli scopi da esso perseguiti e le procedure attraverso le quali adottare le risoluzioni finali. Le intese raggiunte nel corso dei Vertici non sono vincolanti ma svolgono una rilevante funzione di impulso alle attività istituzionali effettuate dalle diverse organizzazioni internazionali, dando loro un importante indirizzo politico ed economico.

Il prossimo G8 Il Giappone ospiterà il prossimo vertice del G8 a Hokkaido, dal 7 al 9 luglio.

Le critiche al G8
Si possono sollevare molte critiche alla legittimità del G8: il fatto che siano i Capi di stato e di governo a riunirsi invece che le forze parlamentari elette democraticamente dai cittadini pone una questione di non poco conto. In secondo luogo riserve vengono espresse rispetto alla rappresentatività di questo gruppo in termini di peso economico e politico globale: gli sviluppi più recenti di paesi come la Cina, l’India, il Brasile, il Sudafrica e il Messico sollevano un’ampia questione sulla partecipazione e la governance di questo forum. Perplessità vengono avanzate rispetto alla scarsa trasparenza delle negoziazioni e alle modalità, talvolta discutibili, con cui le decisioni trovano implementazione. Infine molti soggetti intravedono delle contraddizioni profonde tra le stesse decisioni del G8 che da un lato sembrano volersi occupare di temi e problemi di carattere globale alla ricerca di soluzioni comuni e dall’altro spesso propongono soluzioni e azioni che più rispondono a interessi particolari. Nonostante tutti questi elementi negativi è indubbio che il G8 abbia avuto e abbia tuttora un ruolo di leadership indiscussa su alcune tematiche e che l’impatto di alcune indicazioni politiche che esso dà sia anche maggiore di altri consessi internazionali più legittimi, democratici e trasparenti.

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