sabato 4 luglio 2009

ACTIONAID, SERVONO IMPEGNI SOSTANZIALI E INEQUIVOCABILI PER EVITARE IL FALLIMENTO

“Poche ore ci separano dall’inizio del G8. Non c’è più tempo da perdere: il taglio del 56% dei fondi della cooperazione allo sviluppo è un pessimo biglietto da visita per il Paese che dovrà essere la guida degli "otto grandi" della terra. Il primo compito per il nostro governo deve dunque essere quello di colmare il buco creato all’inizio dell’anno, per togliere l’Italia dalle ultime posizioni tra i Paesi che combattono la povertà nel mondo. In secondo luogo il nostro Paese deve farsi garante degli annunci di natura finanziaria che verranno fatti dal Vertice”. Queste le parole di Luca De Fraia, segretario generale aggiunto di ActionAid.

“Ci troviamo oggi di fronte ad una evidente crisi di credibilità del G8”, prosegue De Fraia. “Le organizzazioni internazionali denunciano un buco di 28 miliardi nel 2008 rispetto alle promesse del Vertice di Gleneagles nel 2005: mancano 20 miliardi di dollari per l’Africa. Ci auguriamo dunque che la prossima settimana gli "otto grandi" della terra prendano impegni sostanziali e inequivocabili per la lotta alla povertà. In particolare, auspichiamo l’adozione di un sistema di monitoraggio per la trasparenza degli aiuti che valga per tutti i Paesi del G8, e che serva a controllare e tracciare non solo il volume delle spese ma anche il modo in cui queste vengono effettuate”.

“Attualmente, a livello internazionale, non vengono utilizzate sempre le stesse regole per misurare il contributo alla lotta alla povertà; spesso vengono contabilizzati insieme agli aiuti, risorse di altra natura come le rimesse, o gli investimenti nel settore privato. Ciò rischia di rendere inefficace qualunque sistema che punti a tracciare l’utilizzo delle risorse genuine messe a disposizione per la lotta alla povertà. Ci auguriamo”, conclude De Fraia, “che l’Italia si faccia garante del fatto che qualunque annuncio dal Vertice corrisponda a fatti concreti: la povertà nel mondo è tornata a crescere e non la si combatte a parole.”

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